Eventi

📚 Conferenza: Introduzione alla semiotica. Testi e contesti, di Donato Santeramo

Aperto a tutta la scuola

🍽️ Banchetto di chiusura programma estivo🥂

Si consiglia un abbigliamento formale e di portare un documento di identità

🎓 Cerimonia ufficiale consegne Lauree e Dottorati 👩‍🎓👨‍🎓

Benvenuti e congratulazioni ai laureati, alle famiglie e agli amici!

 

Trasmissione in diretta 2024
Unitevi a noi in diretta venerdì 16 agosto 2024 alle 16:00 EST.

Questa è la pagina cerimonia ufficiale: https://www.middlebury.edu/language-schools/summer-2024/events/commencement

 

Hai perso la diretta? Ecco la registrazione:

2024 Middlebury Language Schools Commencement (vimeo.com)

 

Gruppo di studio serale, con snacks!!!

con Silvia e Giuseppe

Aperto a tutti. Sessioni informali.

⭐ Sciame di meteoriti delle Perseidi 2024: quando, dove e come vederla

LUOGO: FINE DEL MONDO (Bennington Campus)

ORA: Dopo il film

Se volete, portate con voi delle coperte per sdraiarvi sull’erba

La pioggia di meteoriti delle Perseidi è uno degli spettacoli di stelle cadenti migliori dell’anno.
La prossima pioggia di meteoriti delle Perseidi raggiungerà il suo picco nella notte dell’11 agosto e prima dell’alba del 12 agosto 2024, con buone condizioni di visibilità per alcuni giorni prima e dopo il picco.
La pioggia di meteoriti delle Perseidi, comunemente nota come Perseidi, è visibile annualmente da metà luglio a fine agosto. Sebbene la luna sarà illuminata al 50% durante il picco delle Perseidi quest’anno, tramonterà intorno a mezzanotte, fornendo cieli scuri fino all’alba — ideale per osservare i meteoriti!
Se non puoi cacciare le Perseidi di persona, puoi guardare la pioggia di meteoriti delle Perseidi online gratuitamente questo fine settimana grazie all’astrofisico Gianluca Masi del Virtual Telescope Project. La prima diretta inizierà alle 21:00 EDT dell’11 agosto (01:00 GMT del 12 agosto) e la seconda inizierà alle 21:00 EDT del 12 agosto (01:00 GMT del 13 agosto), condizioni meteorologiche permettendo.
Sebbene le Perseidi si verifichino annualmente, c’è già attesa per una potenziale tempesta di meteoriti delle Perseidi nel 2028, quindi assicurati di segnare il tuo calendario!
Le Perseidi sono il risultato del passaggio della Terra attraverso detriti — frammenti di ghiaccio e roccia — lasciati dalla Cometa Swift-Tuttle, che è passata vicino alla Terra l’ultima volta nel 1992.
La pioggia raggiunge il suo picco intorno all’11-12 agosto, quando la Terra attraversa la parte più densa e polverosa di questi detriti. Negli anni senza luce lunare, il tasso di meteoriti appare più alto, e durante gli anni di esplosione (come il 2016), il tasso può raggiungere i 150-200 meteoriti all’ora.
Secondo la NASA, puoi aspettarti di vedere una media di fino a 100 meteoriti all’ora durante il picco delle Perseidi.
Un tipico meteoroide delle Perseidi (così vengono chiamati mentre sono nello spazio) si muove a 133.200 mph (214.365 kph) quando entra nell’atmosfera terrestre (e poi viene chiamato meteorite). La maggior parte delle Perseidi sono minuscole, circa della dimensione di un granello di sabbia. Quasi nessuno dei frammenti raggiunge il suolo, ma se uno lo fa, viene chiamato meteorite.
Le Perseidi sono roba calda, raggiungendo temperature di oltre 3.000 gradi Fahrenheit (1.650 Celsius) mentre ogni frammento viaggia attraverso l’atmosfera e comprime e riscalda l’aria davanti a sé. La maggior parte dei frammenti è visibile quando si trova a circa 60 miglia (97 chilometri) dal suolo.

📽️Perfetti Sconosciuti, di Paolo Genovese

Quante coppie si sfascerebbero se uno dei due guardasse nel cellulare dell’altro? È questa la premessa narrativa dietro la storia di un gruppo di amici di lunga data che si incontrano per una cena destinata a trasformarsi in un gioco al massacro. E la parola gioco è forse la più importante di tutte, perché è proprio l’utilizzo “ludico” dei nuovi “facilitatori di comunicazione” – chat, whatsapp, mail, sms, selfie, app, t9, skype, social – a svelarne la natura più pericolosa: la superficialità con cui (quasi) tutti affidano i propri segreti a quella scatola nera che è il proprio smartphone (o tablet, o pc) credendosi moderni e pensando di non andare incontro a conseguenze, o peggio ancora, flirtando con quelle conseguenze per rendere tutto più eccitante. I “perfetti sconosciuti” di Genovese in realtà si conoscono da una vita, si reggono il gioco a vicenda e fanno fin da piccoli il gioco della verità, ben sapendo che di divertente in certi esperimenti c’è ben poco. E si ostinano a non capire che è la protezione dell’altro, anche da tutto questo, a riempire la vita di senso.
Paolo Genovese affronta di petto il modo in cui l’allargarsi dei cerchi nell’acqua di questi “giochi” finisca per rivelare la “frangibilità” di tutti: e la scelta stessa di questo vocabolo al limite del neologismo, assai legato alla delicatezza strutturale di strumenti così poco affidabili e per loro stessa natura caduchi come i nuovi media, indica la serietà con cui il team degli sceneggiatori ha lavorato su un argomento che definire spinoso è poco, visto che oggi riguarda (quasi) tutti. Per una volta il numero degli sceneggiatori (cinque in questo caso, fra cui lo stesso Genovese, senza contare l’intervento importante degli attori che si sono cuciti addosso i rispettivi dialoghi) non denota caos e debolezza strutturale, ma sforzo corale per raccontare una storia che è intrinsecamente fatta di frammenti (verrebbe da dire di bit, byte e pixel), corsa ad aggiungere esempi sempre più calzanti tratti dal reale.
Il copione lavora bene sugli incastri e sugli snodi narrativi che rimangono fondamentalmente credibili, instilla verità nei dialoghi (che certamente verranno riecheggiati sui social e nelle conversazioni da salotto, perché questo fanno certe “conversazioni”: l’eco), descrive tipi umani riconoscibili. Il cast, anch’esso corale, fa onore al testo, e ognuno aggiunge al proprio ruolo una parte di sé, un proprio timore reale. Perché questa società così liquida da tracimare di continuo, sommergendo ogni nostra certezza, fa paura a tutti, e tutti ne portiamo già le cicatrici, abbiamo già assunto la posizione del pugile che incassa e cerca di restare in piedi (o sopravvivere, come canta il motivo di apertura sopra i titoli di testa).
Il tono è adeguato alla narrazione: non melodrammatico (alla L’ultimo bacio), non romanticamente nostalgico (alla Il nome del figlio), non farsesco, non cinico, ma comico al punto giusto, con sfumature sarcastiche e iniezioni di dolore. Questa “cena delle beffe” attinge a molto cinema francese e americano, ma la declinazione dei rapporti fra i commensali è italiana, con continui riferimenti a un presente in cui il lavoro è precario, i legami fragili e i sogni impossibili. La scrittura è crudele, precisa, disincantata, e ha il coraggio di lasciare appese alcune linee narrative, senza la compulsione televisiva a chiudere ogni scena. C’è anche una coda alla Sliding Doors che mostra come il “gioco” (prima che diventi al massacro) sia gestibile solo con l’ipocrisia e l’accettazione di certe regole non scritte: ed è questa la strada che più spesso scelgono gli esseri “frangibili”.
Quello che ancora manca, a ben guardare, è quella profondità abissale, quella vertigine di consapevolezza regalata agli spettatori senza preavviso dal miglior cinema italiano, su tutti quello di Ettore Scola (non a caso anche qui c’è una terrazza). Ma questa non è colpa degli sceneggiatori o del regista, è segno dei tempi, giacchè la “frangibilità” delle identità e dei rapporti consente al massimo la rivelazione di qualche doppiofondo, non quella sospensione sull’orlo dell’abisso che, come canta il bardo della nostra epoca inconsistente, “non è paura di cadere ma voglia di volare”

Nota

LE PROIEZIONI DEI FILM SONO APERTE A TUTTA LA SCUOLA.

Attenzione!

I film potrebbero contenere scene che potrebbero urtare la sensibilità dello spettatore.

Incontro post-spettacolo

Dopo il concerto ci incontriamo al Roz’s Cafe

DEDICATO A TUTTI GLI ATTORI DELLA SCUOLA ITALIANA

🎭 Spettacolo Teatrale della SCUOLA ITALIANA: “LA CITTÀ IMMAGINARIA”

Liberamente tratto da La villeggiatura in panchina,
Un re in ascolto, Il teatro dei ventagli di Italo Calvino 

 

Interpreti

Marcovaldo: Cameron Howland
Polidoro: Michael Frack
Fulgenzio: Eve Necaise
Generale Bombard: Massimo Nicaso
Esercito del Generale: Joselyn Garcia
Zoe Goldblatt
Faith Onukaogu
Nick Thacker
Linden Wade
Fiordispina: Christina Lisk
Servitù di Fiordispina:
Ines: Enza Antenos
Anacleto: Giovanni Minicucci
Casimiro: Donato Petronella
Consuelo: Katherine Lemme
Ottimista: Daniela Jimenez
Pessimista: T Sallie
Fata Altamura: Emilio Ceruti
Fata Cespugliosa: Caleb Allen
Fata Corradina: Karen Ito

Testo e regia Silvia Manciati

Aiuto regia Hannah Lee

Costumi Julia Hall; Siena Moskun
Musiche di scena eseguite da Daniela Jimenez, T Sallie
Tecnico audio Davison Scandrett

Organizzazione Antonino Riggio

Si ringrazia per la collaborazione Luca Daly, Seancolin Hankins, Kumi Ishizawa, B&G

Trama

È una calda notte d’estate e Marcovaldo non riesce a dormire: decide di uscire per cercare ristoro in una panchina nel cuore della città. La serata è piacevole e, nonostante i rumori, si addormenta. Ma… alcuni strani personaggi cominciano a popolare i suoi sogni, a capovolgere la realtà, a sostenere di essere tutto e il contrario di tutto. Marcovaldo è sempre più confuso: sogno o realtà?

 

Note di regia

Italo Calvino amava il teatro. Lo ha coltivato, seppur timidamente, per tutta la sua carriera, innestando tecniche e dispositivi teatrali anche nella sua narrativa. Vogliamo rendere omaggio allo scrittore, sulla scia della ricorrenza centenaria, presentandovi una piccola selezione di alcuni dei racconti meno conosciuti. Se le avventure di Marcovaldo sono universalmente note, nella nostra Città immaginaria sono incastonate in testi che Calvino ha pensato direttamente per la scena, come il Teatro dei ventagli, una serie di fiabe teatrali scritte per la televisione italiana negli anni Settanta (progetto, purtroppo, mai andato in onda). Calvino ha composto le fiabe teatrali partendo da una lista di oggetti, che in scena diventano immagini, funzioni, pretesti per “giocare” con il teatro, così come l’autore ha voluto. Abbiamo giocato seguendo le sue regole, scoprendo che non sempre un filo conduce a un capo. Abbiamo scelto di lasciarci condurre da Calvino in questo viaggio nel fantastico, «nel rovescio» di ogni storia, perché è «dietro alle cose che si nascondono altre cose» e alla «fine d’ogni storia che ogni storia comincia».